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Internet rende i bambini più intelligenti

25 Lug

La parola “Internet”, associata all’infanzia, assume quasi sempre connotati negativi. E se vi dicessimo che, invece, rende i bimbi più intelligenti? A diffondere e corroborare questo punto di vista anti-convenzionale c’è un’infografica del popolare website Edudemic, di cui abbiamo voluto sottoporvi i punti fondamentali.

Innanzitutto, la premessa: da uno studio di AVG, collosso dell’internet security, risulta che all’età di due anni il 90% dei bambini ha già una propria storia online ed entro i 5 anni il 50% di loro ha già maneggiato un tablet o altro dispositivo connesso al web. All’età di 7/8 anni, la gran maggioranza usa regolarmente i video games. Tutto ciò influirebbe sulle doti dei più piccoli ma non, come si pensa, in modo negativo.

Ad risultare stimolate dall’approccio alla Rete sono, infatti, capacità cognitive quali memoria , pensiero critico o comprensione, interesse nella lettura, capacità di scrittura e persino socialità. Ecco, in dettaglio, in che modo:

CAPACITA’ COGNITIVE

Memoria: Google sviluppa la memoria transitiva, un concetto elaborato circa una trentina di anni fa per cui le persone si dividono lo sforzo di ricordare certi tipi di informazioni comuni, così da non duplicarle nei loro cervelli. Internet ci consente di avere accesso immediato a tutte quelle nozioni che, nella nostra mente, sono incomplete, andando a riempire le nostre lacune e generando un autentico sistema di sapere condiviso che – di fatto – ci mette continuamente a contatto con altri individui.

– Problem Solving: utilizzando il web, i ragazzi sono spronati a cercare informazioni e soluzioni in autonomia, anziché aspettare l’aiuto di un insegnante o di un tutor. Studi su bambini di 4 o 5 anni hanno dimostrato che l’utilizzo dei computer  è stato in grado di aumentare il loro QI di sei punti nell’arco di 9 mesi.

– Pensiero critico: Cercando informazioni sul web, i ragazzi sono indotti a riconoscere il materiale utile da quello innecessario o poco attendibile, sviluppando la loro capacità di discernere la qualità delle fonti.

– Astrazione: Numerosi giochi e tool presenti online aiutano i ragazzi ad imparare concetti altrimenti astratti di matematica ed altre materie.

– Comprensione: studi hanno dimostrato che i ragazzi con una connessione ad internet in casa ottengono voti migliori.

INTERESSE NELLA LETTURA

– Da una ricerca risulta che il 62% dei ragazzi preferisce un libro di testo vero e proprio alla lettura su internet. Il web viene però utilizzato per saperne di più sull’autore, cercare i libri disponibili presso la biblioteca locale ed ottenere consigli sui prossimi testi da consultare.

– Presentare testi digitali accanto a dizionari tradizionali nelle scuole materne ed elementari migliora inoltre la comprensione fonologica, il vocabolario e l’abilità di lettura degli studenti.

SVILUPPO DELLE CAPACITA’ DI SCRITTURA

– Oggi i ragazzi sono abituati ad esprimere quotidianamente i loro pensieri mediante social network, messaggistica istantanea ed e-mail. Ciò li ha familiarizzati con il linguaggio scritto, rendendoli più veloci nella stesura dei testi e più accurati nella loro composizione. Uno studio dellUniversità di Stanford ha raccolto 877 testi scritti da studenti del primo anno nel 2006 e li ha paragonati a quelli delle “matricole” del 1986, 1930 e 1917. Il risultato è un netto miglioramento nella forma e nella struttura: i testi del 2006 risultano più lunghi, accurati e supportati da documentazioni rispetto a quelli del passato, non abituati alla ricerca di informazioni e alla digitazione online.

SVILUPPO DELLA SOCIALITA’

– L’uso di social network, messaggistica ed e-mail favorisce i rapporti sociali, rendendo più facile anche ai bambini più timidi interfacciarsi ai propri coetanei. Inoltre, il web mette oggi in contatto i ragazzi con persone di altri Paesi e culture, con l’evidente conseguenza di stimolare la loro apertura mentale.

L'infografica del sito Edudemic

L’infografica del sito Edudemic

Cosa pensate delle conclusioni tratte da Edudemic? Siete d’accordo con il punto di vista secondo cui internet beneficia lo sviluppo dei bambini o ritenete, invece, che un approccio alla tecnologia in troppo tenera età sia rischioso? Diteci la vostra nei commenti!

Snapshot for schools: il nuovo tool di Edmodo per le scuole

4 Lug

Edmodo è probabilmente una delle piattaforme didattiche più diffuse e conosciute al mondo. Con una grafica molto simile a quella di Facebook, permette di gestire la propria classe come un gruppo virtuale, incentivando la collaborazione tra studenti, insegnanti e genitori in un ecosistema sicuro.

Una delle sue caratteristiche è la continua introduzione di app e feature aggiuntive volte a migliorare l’esperienza degli utenti. L’ultima in ordine di tempo è Snapshot for school, annunciata lo scorso 30 giugno sul blog ufficiale e al momento rivolta soprattutto ai cittadini statunitensi.

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Più che di un nuovo tool si tratta, in realtà, di un’espansione di Edmodo Snapshot, lanciata ad Aprile, e delle feature di amministrazione che già erano state messe a disposizione dei docenti su Edmodo. Tra queste segnaliamo la generazione di test e quiz basati sul programma scolastico di riferimento, la possibilità di monitorare i progressi sia del singolo studente che dell’intera classe, e il motore di content reccomendation in grado di identificare e suggerire i materiali didattici da assegnare agli studenti per migliorare la loro performance.

Quali sono, allora, le novità di Snapshot for schools? Presto detto. Innanzitutto, il tool non si rivolge individualmente a docenti e classi, ma ad un intero sistema scolastico, calibrando così i progressi degli studenti sugli standard educativi locali e nazionali e incentivando il confronto tra istituti.

Le scuole o i distretti scolastici che richiederanno il pacchetto avranno inoltre a disposizione:

Insight aggiornati in tempo reale, in grado di fornire un feedback che permetta agli amministratori di capire in quali materie o argomenti gli studenti hanno bisogno di un supporto ulteriore.

Community di Professional Learning: Snapshot for schools evidenzierà infatti i successi dei docenti e permetterà di costruire gruppi in cui essi possano collaborare tra loro, scambiandosi idee e discutendo sulle metodologie di insegnamento.

Integrazione perfetta: Il tool è infatti integrato nello stesso Edmodo, perciò non comporterà difficoltà di utilizzo per chi è già abituato alla piattaforma.

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Due screenshot da Edmodo Snapshot for schools

Due screenshot da Edmodo Snapshot for schools

Agli early adopters di Snapshot for schools sarà anche data la possibilità di testare Edmodo Practice, un altro tool interessante che provvede contenuti customizzabili in linea con gli standard educativi locali. A mezzo di un’interfaccia intuitiva, gli studenti saranno spronati a scegliere i loro preferiti e personalizzare come desiderano l’esperienza di apprendimento.

E voi, avete mai usato Edmodo? Se sì, quali feature avete trovato più utili? Raccontatecelo nei commenti!  

 

11 hashtag sull’istruzione da seguire su Twitter

27 Giu

A qualunque argomento siate interessati, Twitter è uno dei mezzi più efficaci per contattare gli esperti e mantenersi aggiornati sulle ultime novità. La chiave sta nel conoscere gli hashtag giusti da seguire, ed è per questo che abbiamo voluto proporvi una lista ragionata di quelli più usati da insegnanti, studenti ed esperti nell’educazione di tutto il mondo. Tecnologie, tendenze, statistiche e metodi di istruzione innovativi saranno a vostra disposizione in ogni momento della giornata, pronti a svelarvi tutti i segreti della scuola… in 140 caratteri per volta!

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1. #edtech 

Definito un Must-follow per chiunque si interessi a vario titolo di istruzione secondaria, raggruppa tips, risorse e aggiornamenti sulle ultime tecnologie applicate all’uso scolastico, condivise da alcuni tra i maggiori esperti del settore.

2. #profdev 

Permette di entrare in contatto con professori di tutto il mondo per discutere di pedagogia e metodi di insegnamento.

3. #edapp

Usando questo hashtag potrete condividere con studenti ed insegnanti consigli, segnalazioni ed opinioni in merito alle ultime app educative lanciate sul mercato.

4. #mobilelearning 

Web is mobile… e pure la scuola! Un hashtag per mantenersi informati sull’uso del cellulare legato all’istruzione.

5. #highered 

Uno degli hashtag più popolari per quanto riguarda l’istruzione scolastica superiore, raccoglie informazioni e dibattiti interessanti sull’argomento.

6. #moodle 

Un ottimo modo per rimanere aggiornati sul modo in cui insegnanti di ogni nazionalità utilizzino la piattaforma open source di e-learning in classe.

7. #edsocialmedia 

Il ruolo dei social media nell’istruzione analizzato e discusso su Twitter.

8. #onlinelearning 

Grazie a questo hashtag sarete sempre informati su tutti i corsi disponibili online: chissà che non riusciate ad seguire il corso di qualche prestigiosa università americana standovene comodamente seduti sul divano di casa!

9. #mooc 

Qui troverete un vasto campionario dei modi in cui gli enti scolastici beneficiano dell’e-learning attraverso i cosiddetti “Massive Open Online Courses”

10. #edu 

Il più generale, ma non per questo il meno interessante: ogni giorno vi troverete innumerevoli tweet con interessanti statistiche e news di carattere generale sulla scuola.

11. #higheredchat

Usando quest’hashtag potrete mettervi in contatto con leader nel settore per discutere notizie legate all’istruzione.

Men are silhouetted against a video screen with an Twitter logo as he poses with an Samsung S4 smartphone in this photo illustration taken in the central Bosnian town of Zenica

Avete scoperto qualche altro hashtag interessante su educazione e formazione? Segnalatecelo nei commenti: professori ed alunni  ve ne saranno grati!

Maturità 2014: il ripasso si fa social

20 Giu

Incetta di Bignami, appunti presi in prestito dall’amico secchione, studio collettivo a casa della compagna di banco: siamo abituati a concepirli come scenari classici del periodo pre-esami di Maturità, eppure sono tutti superati. Nell’era del mobile e del web 2.0, l’ultimo ripasso si fa rigorosamente sui social. A dimostrarlo è un sondaggio del popolare portale skuola.net che ha coinvolto 2200 maturandi italiani con quesiti sulle loro metodologie e abitudini di studio.

I risultati che ne sono emersi evidenziano che un ragazzo su tre utilizza abitualmente Skype, chat e gruppi Facebook per ripetere con i compagni prima delle prove. Frequente anche il ricorso alla condivisione online di documenti, che tutti possono correggere ed integrare.

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In caso di dubbi dell’ultimo minuto, per 3 maturandi su 5 la risposta sta nello smartphone. Il 68% di loro, in casi simili, dichiara di ricorrere ad una domanda su Whatsapp; Il 27% telefona ad un amico e soltanto il 5% afferma di recarsi direttamente a casa sua.

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Il cellulare è anche il mezzo preferito dagli studenti per chiedere chiarimenti o informazioni ai docenti. Un ragazzo su tre utilizza l’e-mail o il messaggio privato su Facebook per contattare il proprio insegnante, mentre è soltanto il 13% a ricorrere ad una telefonata nel suo ufficio.

Il 70% dei maturandi dichiara di avvalersi di pc, tablet e smartphone per ripassare prima degli esami, preferendoli decisamente ai vecchi e polverosi libri. Per non parlare delle ricerche! Tesine ed approfondimenti ormai da un pezzo non avvengono più su vocabolari, enciclopedie e manuali presi in biblioteca: la soluzione, per il 90% dei ragazzi, è sempre e comunque su Google.

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E voi, come vi preparate o preparavate agli esami? Siete favorevoli all’utilizzo dei social per il ripasso dell’ultimo minuto o ritenete più efficaci i mezzi tradizionali? Diteci la vostra nei commenti!

 

Art Stories: l’app che racconta l’arte italiana ai bambini

6 Giu

Come far innamorare i più piccoli dell’arte? Semplice, usando la tecnologia! L’idea, al 100% Made In Italy, arriva da Giovanna Hirsch, esperta di politiche sociali e territoriali, e Federica Pascotto, attiva nel campo dell’educazione e didattica museale. Assieme, le due hanno sviluppato ArtStories, una nuova app per tablet e smartphone IOS pensata per i bambini dai 3 ai 10 anni di età.

Un'immagine della app ArtStories dedicata alla scoperta del Castello Sforzesco di Milano

Un’immagine della app ArtStories dedicata alla scoperta del Castello Sforzesco di Milano

L’obiettivo è quello di accompagnare i ragazzi di età scolare e pre-scolare a scoprire la storia e i segreti del nostro territorio. Per farlo, ArtStories si avvale di illustrazioni originali, animazioni, giochi e storie avvincenti disponibili nella duplice versione italiana e inglese. Il progetto, che arriverà a comprendere sia le principali città italiane che i centri minori, è partito con la versione dedicata al Castello Sforzesco di Milano, dove sono i protagonisti stessi, come gli Sforza o Leonardo Da Vinci, a raccontare dal loro punto di vista, come se si trattasse di una favola, gli avvenimenti e le vicende storiche vissute in uno dei luoghi simbolo della città lombarda.

Il progetto ha coinvolto una rete di professionisti con competenze tecniche, artistiche e creative distribuiti in tutta l’Italia e non solo. Alla base della sua ideazione c’è senz’altro il beneficio delle famiglie, ma anche la volontà di fornire un nuovo strumento didattico da utilizzare nelle scuole dell’infanzia e primarie. In esso, il territorio diventa un elemento attivo nell’educazione dei più piccoli al bello e al piacere della scoperta, promuovendo anche un nuovo tipo di turismo culturale più attento alle esigenze dei bambini.

Uno screen shot della app Art Stories dedicata alla scoperta del Castello Sforzesco di Milano

Uno screen shot della app Art Stories dedicata alla scoperta del Castello Sforzesco di Milano

E voi, avete già provato  ArtStories? Raccontateci nei commenti cosa ne pensate!

 

Classroom: il nuovo tool di Google per le scuole

30 Mag

Google è sempre più attivo nel mondo della scuola. Recentissima è, infatti, l’introduzione di Classroom, un nuovo strumento di Google Apps for Education che integra tool già rilasciati e consolidati del colosso di Mountain View quali Google Doc, Drive e Gmail con il fine di agevolare gli insegnanti nella creazione, assegnazione e organizzazione dei compiti.

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Progettato assieme ai docenti stessi, il servizio è attualmente disponibile in anteprima solo per un numero limitato di educatori che ne facciano richiesta. Da Settembre, sarà invece messo a disposizione di tutti gli istituti scolastici che già utilizzano la suite Google Apps for Education  (può essere richiesta registrandosi qui )

Sfruttando Documents, Google Classroom consente ai docenti di creare i compiti da assegnare, scegliendo se realizzare un foglio singolo o distribuirne automaticamente una copia a ciascuno studente. Quest’ultimo, una volta completato l’esercizio, potrà riconsegnare virtualmente l’elaborato all’insegnante attraverso la piattaforma stessa, con evidente risparmio di tempo e senza utilizzare supporti cartacei. Gli insegnanti possono infatti visualizzare rapidamente chi ha completato il compito e fornire un feedback in tempo reale; mentre gli studenti vedranno con facilità quali sono i compiti a loro assegnati. Tutti i materiali della classe e vengono automaticamente archiviati in cartelle apposite su Google Drive, per una miglior organizzazione del lavoro.

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Su Google Classroom anche la comunicazione è fortemente stimolata: gli insegnanti possono infatti pubblicare annunci e porre domande agli studenti, mentre questi ultimi possono a loro volta rispondere ai post o pubblicarne di nuovi, aiutando i compagni e cooperando tra loro.

Una video-preview di Google Classroom

E voi, cosa pensate di questo nuovo servizio di Google? Dateci il vostro parere nei commenti! 

5 iPad app per la scrittura creativa

16 Mag

Siete tra i sostenitori dell’uso dell’iPad a scuola? Allora ecco 5 app che vi aiuteranno a stimolare la creatività degli studenti di elementari, medie e altri gradi di istruzione. Un’alternativa valida e divertente ai più classici esercizi in classe per sviluppare le loro abilità di scrittura e prendere dimestichezza con la lingua inglese!

1. Writer’s Studio 

Perfetta per gli studenti delle scuole elementari e medie, questa app estremamente dinamica permette di creare veri e propri storybook in cui la narrazione scritta si accompagna a clip art, immagini e file audio facilmente importabili dal proprio dispositivo. É inoltre possibile esportare e condividere il risultato finale.

Uno screen shot da Writer's Studio

Uno screen shot da Writer’s Studio

2. Write about this 

L’ideale per trovare ispirazione! Write about this genera immagini e copioni di scrittura che aiuteranno gli studenti a trovare idee per il soggetto della loro storia: ce ne sono in abbondanza, suddivise per categorie tematiche. Consigliata per alunni delle scuole elementari e – perché no? – per chi vuole imparare la lingua inglese in modo un po’ più creativo.

La app Write About This

La app Write About This

3. Writing Challenge

Cosa c’é di meglio di un gioco per incoraggiare gli studenti a dare il meglio di sé nella scrittura? Writing Challenge può essere utilizzata individualmente, per l’intera classe o per piccoli gruppi di studenti. Ad ogni studente verrà fornito un soggetto e un countdown che si attiverà all’inizio dell’attività. L’obiettivo è sviluppare il soggetto in una storia vera e propria prima che il tempo scada. Una volta che questo avvenga, si passerà ad un livello successivo in cui verrà chiesto di incorporare altri elementi al racconto.

Uno screen shot da Writing Challenge

Uno screen shot da Writing Challenge

4. Book Writer 

Adatto a studenti di tutte le età, permette di creare facilmente eBook di alta qualità che possono includere audio, video e canzoni nelle singole pagine. Chiunque abbia dimestichezza con Keynote o Pages non avrà difficoltà ad approcciarsi al layout di Book Writer. Una volta completati, gli eBook possono essere letti nel formato PDF o come iBooks.

Uno screen shot da Book Writer

Uno screen shot da Book Writer

5. Writing Prompts For Kids

Altra app per alunni in cerca di idee. Dispone di quattro tasti che permettono ai bambini di trovare l’argomento perfetto per la loro storia associando in modo random situazioni, personaggi, oggetti e ambientazione. La creatività sarà abbondantemente stimolata!

Uno screen shot da Writing Promts for kids

Uno screen shot da Writing Promts for kids

E voi, conoscete altre app valide per lo sviluppo della scrittura creativa? Segnalatecele nei commenti! 

La stampante 3D a scuola: case history e potenzialità

25 Apr

La stampa 3D è ormai parte del presente, anche tra i banchi di scuola! Certo: prezzo, fiducia e consapevolezza da parte degli insegnanti sono ancora barriere importanti alla sua adozione massiva. Nonostante questo, c’è chi ha già utilizzato con successo il 3D printing all’interno del mondo dell’istruzione, mostrando esempi concreti delle sue possibilità di impiego. Vi proponiamo le case history e le realtà più significative.

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I FAB LAB E IL DIGITAL MAKER MOVEMENT

I Fab lab (fabrication laboratory) fanno parte di un progetto nato negli Stati Uniti a radice di un corso universitario ideato da Neil Gershenfeld, direttore del Centre for Bits and Atoms all’Institute of Technology del Massachusset (MIT).  Si tratta di spazi dove le idee digital vengono trasformate in prodotti e prototipi fisici a beneficio di istituzioni scolastiche ed aziende che non possiedano gli strumenti necessari a realizzarle. I fab lab sono attualmente 200 in più di 40 Paesi del mondo, e prevedono delle giornate aperte al pubblico in cui chiunque sia interessato può provare ad utilizzare i software e gli hardware presenti nelle strutture, tra cui – in molti casi – le stampanti 3D. In questo modo si vuole supportare il movimento globale dei Digital Maker, che incoraggia i giovani a sviluppare la creatività usando la tecnologia.

Proprio all’interno del Fab Lab di Manchester (UK) Amy Mather, studentessa di 14 anni, ha realizzato progetti scolastici utilizzando tecniche di manifattura e design in 3D. I suoi prototipi le sono poi valsi l’apprezzamento di esperti e la partecipazione a numerosi eventi quali Wired Next Generation o la Royal Society for the encouragement of Arts (RSA).

– VIDEO TUTORIAL SUL 3D PRINTING PER INSEGNANTI E STUDENTI

It Is 3D è una compagnia pioniera in Inghilterra per l’introduzione ed utilizzo della stampante 3D  a costi sostenibili nelle scuole. I suoi fondatori, Martin Stevens e Trupti Patel,  hanno avuto come priorità quella di creare un intero range di video online per familiarizzare studenti ed insegnanti con l’utilizzo della stampante 3D ed evitare che l’eventuale adozione della tecnologia da parte delle scuole non si riduca ad uno spreco di denaro e potenziale a causa del mancato utilizzo effettivo.

– LA STAMPANTE 3D COSTRUITA CON IL CELLULARE

Pieter Scholtz e Gerhard de Clercq, studenti sudafricani di 15 anni, hanno costruito la loro personale stampante 3D utilizzando una app del cellulare e contribuendo così a rendere disponibile il mezzo anche per le scuole africane, nonostante la scarsa diffusione dei PC. I due hanno evidenziato come lattine di coca cola e bottiglie di plastica possono essere riciclate per diventare filamenti della stampa 3D e diventare materiale per nuovi oggetti.

– LA PENNA CHE STAMPA IN 3D.

3Doodler è un nuovo tool portatile descritto come “la prima penna-stampante 3D”. Non necessitando di computer o di nozioni di software di progettazione si presta ancora di più all’utilizzo da parte degli studenti più giovani. Funziona mediante un meccanismo di riscaldamento della plastica che consente di disegnare direttamente i prodotti che si intendono realizzare in 3D. Questi possono essere abbozzati su una superficie piana e poi assemblati, o direttamente modellati nell’aria.

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E voi, conoscete qualche altro caso interessante di utilizzo della stampante 3D da e per le scuole? Segnalatecelo nei commenti! 

Come e perchè insegnare codifica e programmazione a scuola [INFOGRAFICA]

18 Apr

Le materie imprescindibili per un curriculum scolastico efficace? Semplice, codifica e programmazione! Il sito web Edudemic ha pubblicato un’interessante infografica che illustra, mediante fatti e statistiche, perchè per gli studenti, oggi, sia sempre più importante possedere nozioni di coding.

coding

Ne riassumiamo i concetti chiave:

– Entro il 2020 le professioni legate all’informatica cresceranno del 22 %, portando alla creazione di 1,4 milioni di posti di lavoro in tale settore. La domanda maggiore sarà per gli sviluppatori di software.

– Secondo code.org le professioni di computer-programming negli Stati Uniti stanno crescendo ad una velocità doppia rispetto alla media del Paese, mentre meno del 2,4% degli studenti ha conseguito una laurea in scienze informatiche. Se ne deduce che, se il trend continua, nel prossimo futuro soltanto il 30% dei posti vacanti nel settore nel solo territorio statunitense sarà occupato.

– Secondo Jason Calacanis, CEO di Mahalo, un impiegato che sa programmare è valutato tra i 500 mila e 1 milione di dollari in previsione di un’acquisizione dell’azienda.

– Imparare la programmazione significa anche sviluppare abilità di problem solving, creatività e comunicazione. Tra le nozioni che si appredono ci sono infatti:

Algoritmi matematici (necessari a sviluppare programmi)
Crittografia (permette di capire in che modo le informazioni private vengano condivise attraverso la          rete)
Biologia computazionale (alla base anche del funzionamento del codice genetico)
Machine Intelligence (consente di dominare i processi che permettono alle piattaforme online di imparare    dalle preferenze degli utenti per migliorare la loro esperienza)
Euristica (problem solving basato sull’esperienza)

L’inghilterra e gli Stati Uniti stanno prendendo molto sul serio l’importanza del coding come materia scolastica. In Gran Bretagna, dal prossimo mese di Settembre 2014, sarà implementata la sua adozione come tale per tutti i livelli di istruzione. Allo stesso modo, negli U.S.A Tony Cardenas ha avanzato una proposta di legge che, se venisse approvata, metterà la codificazione alla stessa stregua di una lingua straniera, con la possibilità concreta di essere insegnata sin dalla scuola materna.

Ma ecco l’infografica completa pubblicata da Edudemic:

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E voi, conoscete le nozioni base di programmazione? La introdurreste come materia nelle scuole dell’obbligo italiane? Fateci avere la vostra opinione nei commenti!

Best of TED: 10 talks che ogni insegnante dovrebbe conoscere

11 Apr

Il TED (Technology Entertainment Design) è uno degli eventi più noti e prestigiosi nel campo della comunicazione a 360 gradi. Organizzato a scadenza annuale in territorio americano, si basa sulla filosofia dell’ “ideas worth spreading” (idee degne di essere diffuse) e per questo condivide online le migliori conferenze tenute da esperti nei settori più svariati. Partendo da un’idea del sito Innovation Excellence, abbiamo selezionato per voi 10 talks ospitati negli ultimi anni dal TED che riteniamo particolarmente stimolanti per chi si occupa a vario titolo di formazione. Se ve li siete persi, ecco un buon modo per rimediare!

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1. La manualità per insegnare il problem solving

Gever Tulley ha dimostrato come la creatività e le capacità di problem solving dei bambini possano essere sviluppate mediante la manualità: semplicemente fornendo loro adeguati materiali e linee guida saranno in grado di costruire barche, ponti e persino montagne russe. Vedere per credere!

2. Gli insegnanti hanno bisogno di un feedback

Bill Gates ha insistito sulla necessità di un feedback per diventare insegnanti migliori e conoscere i propri punti di forza. Nel farlo, ha applicato videocamere e tecnologia al campo dell’insegnamento, usando i video per condividere e promuovere un’istruzione più efficace.

3. L’insegnamento personalizzato come chiave per lo sviluppo dei talenti

Ken Robinson ha affrontato il passaggio chiave dalle scuole di stampo tradizionale all’insegnamento personalizzato, a suo avviso necessario a far fiorire i talenti individuali. Stimolante!

4. L’E-Learning universitario (anche) come Data Analytics

Daphne Koller ha esortato le maggiori Università a diffondere online, gratuitamente, i loro corsi più interessanti: farlo non significa semplicemente offrire un servizio, ma anche raccogliere dati sul modo in cui le persone studiano ed imparano, così da adeguare l’istruzione alle loro necessità.

5. Nuovi modelli di istruzione ispirati dalle zone più povere del mondo

Charles Leadbeater ha trovato nuovi ed efficaci modelli di istruzione in alcune tra le zone più povere del mondo, e li ha portati ad esempio di ciò che tutte le scuole dovrebbero offrire.

6. Reiventare l’istruzione attraverso i video

Salman Khan ha presentato la sua serie di educational videos denominati Khan Academy come un esempio dell’efficacia dell’impiego del mezzo per finalità educative. Tra i consigli dati da Khan agli altri insegnanti ci sono l’impiego di esercizi interattivi e il capovolgimento delle attività tradizionali: le video-lezioni potrebbero essere assegnate agli alunni come compito per casa e i compiti per casa svolti in classe, con la possibilità di chiedere aiuto all’insegnante stesso.

7. I vantaggi dell’Open-Source nell’istruzione

Richard Baraniuk sottolinea i benefici di un sistema open-source per gli educatori, soffermandosi sull’aggiornamento derivato dall’informazione condivisa online, che può fornire supporto e integrazione ai libri di testo mediante materiale più attuale e rilevante.

8. Devices innovativi per l’istruzione

David Merril ha presentato le sue Siftables, mattonelle computerizzate che si possono accatastare, mescolare e unire in una sola mano. Tra le loro funzioni c’è lo svolgimento di calcoli matematici, la riproduzione di musica e persino la comunicazione con altri Siftables. Uno strumento innovativo con un vasto range di applicazioni potenziali nel mondo dell’educazione.

9. Trasformare la spazzatura in giocattoli educativi

Arvind Gupta ha condiviso alcuni modi semplici ma funzionali per trasformare la spazzatura in giocattoli ben costruiti che possano aiutare i bambini ad apprendere in modo divertente alcune nozioni base di scienza e design. Ecologico ed innovativo!

10. Il gioco come stimolo all’apprendimento nei ragazzi

Allison Carr Chellman dimostra come il gioco possa servire a motivare ed incentivare l’apprendimento dei ragazzi di sesso maschile tra i 3 e i 13 anni, tendenzialmente meno inclini all’applicazione scolastica.

Cosa pensate di questi talks? Ne avete ascoltati altri che vi sembrano particolarmente stimolanti nel campo dell’istruzione e volete condividerli? Lasciateci le vostre riflessioni nei commenti!